"/> I modelli della Supply chain management : Tesi Giura - <!--#echo var="SERVER_NAME" -->

CAPITOLO I

Supply Chain Management

1.6 I modelli della Supply chain management

Alcuni studi effettuati da aziendalisti hanno individuato quattro tipi fondamentali di catena della fornitura o supply chain management (Ferrozzi e Shapiro,2001).
Il termine "fondamentale" significa che nella realtà si possono trovare molte varianti al modello di base. Significa anche che diverse catene sono caratterizzate, nelle relazioni tra fornitori, impresa e clienti, da più di un modello contemporaneamente.
Lo scopo della schematizzazione è dunque di valutare a quale modello l'azienda che stiamo esaminando, si avvicina maggiormente e considerare quali scelte di natura strategica ed operativa si possono fare (o si devono accuratamente evitare), dal momento che si appartiene a quel modello.

1.6.1 Primo modello

Il primo modello viene identificato come "modello di base". Può anche essere considerato lo stadio zero della evoluzione verso il Supply Chain Management.
È dunque un modello storico, presente da sempre nelle relazioni tra imprese e, proprio per questo, lo si può chiamare "tradizionale" (figura 1.3)
Si tratta del classico rapporto tra chi fabbrica un prodotto e chi lo deve, poi, commercializzare; o comunque farlo arrivare ad un cliente finale (consumatore).
Nella relazione tra coloro che fanno parte della catena è imperativo il "contenimento dei costi".
Il che significa che ogni scelta o decisione che viene presa lungo la Supply Chain è figlia di una valutazione. Di un meticoloso bilancio tra costi e benefici.
Di carattere per lo più immediato; non si guarda al futuro lontano quando si opera in questo tipo di catena.

Figura 2: Modello tradizionale, stadio zero della evoluzione della catena di fornitura. Fonte: Ferrozzi e Shapiro,2001. Ciò che si vuole di solito realizzare, e che può creare anche accordo sugli obiettivi tra fornitori e clienti, è una sostanziale riduzione dei costi.
Il che significa che i rapporti tra i fornitori e clienti sono improntati sulle tradizionali leve necessarie per "misurarsi" a vicenda. Ricordiamo il "vendor rating" (classificazione dei venditori) sulla base soprattutto dei prezzi spuntati nella fornitura.
Oppure le negoziazioni fatte "a braccio di ferro", gli acquisti centralizzati al fine di esprimere un potere maggiore nei confronti del fornitore, la scelta di avere un numero di fornitori molto elevato per poterli mettere in competizione tra loro.
Ed altri meccanismi che hanno, in comune, una filosofia di fondo: qualsiasi partner è in ogni momento intercambiabile.

 


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